CASI DI NON PUNIBILITA’- L’art. 384, primo comma, cod. pen., in quanto causa di esclusione della colpevolezza, è applicabile analogicamente anche a chi ha commesso uno dei reati ivi indicati per esservi stato costretto dalla necessità di salvare il convivente more uxorio da un grave e inevitabile nocumento nella libertà o nell’onore.

Cass.Pen. Sez. Un. n.10381:21

Continua a leggereCASI DI NON PUNIBILITA’- L’art. 384, primo comma, cod. pen., in quanto causa di esclusione della colpevolezza, è applicabile analogicamente anche a chi ha commesso uno dei reati ivi indicati per esservi stato costretto dalla necessità di salvare il convivente more uxorio da un grave e inevitabile nocumento nella libertà o nell’onore.

SEQUESTRO PREVENTIVO-In tema di reati contro la pubblica amministrazione è legittimo il provvedimento con cui il giudice, investito di una richiesta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta o per equivalente del prezzo o del profitto del reato ai sensi dell’art. 322-ter cod. pen., non ravvisando gli estremi di un reato suscettibile di rilevare ai fini della confisca preveduta da quest’ultimo articolo, emetta comunque un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca ex art. 335-bis cod. pen., qualora ritenga la sussistenza di un reato legittimante la stessa.

Cass. Pen. Sez. VI n.10096:2021

Continua a leggereSEQUESTRO PREVENTIVO-In tema di reati contro la pubblica amministrazione è legittimo il provvedimento con cui il giudice, investito di una richiesta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta o per equivalente del prezzo o del profitto del reato ai sensi dell’art. 322-ter cod. pen., non ravvisando gli estremi di un reato suscettibile di rilevare ai fini della confisca preveduta da quest’ultimo articolo, emetta comunque un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca ex art. 335-bis cod. pen., qualora ritenga la sussistenza di un reato legittimante la stessa.

FALSITA’ IDEOLOGICA – Anche un reato contro la fede pubblica, quale la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, può costituire delitto presupposto dell’autoriciclaggio, nel caso in cui sia fonte diretta dell’utilità economica oggetto dell’operazione di dissimulazione.

Cass. Pen. Sez.II. n. 7176:2021

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RITO ABBREVIATO – REATO CONTRAVVENZIONALE- RIDUZIONE PENA DELLA META’- Il giudice di appello, investito dell’impugnazione del solo imputato che, giudicato con il rito abbreviato per reato contravvenzionale, lamenti l’illegittima riduzione della pena ai sensi dell’art. 442 cod. proc. pen. nella misura di un terzo anziché della metà, deve applicare detta diminuente nella misura di legge, pur quando la pena irrogata dal giudice di primo grado non rispetti le previsioni edittali, e sia di favore per l’imputato.

Cass. pen. Sez. Un. n. 7578--2021

Continua a leggereRITO ABBREVIATO – REATO CONTRAVVENZIONALE- RIDUZIONE PENA DELLA META’- Il giudice di appello, investito dell’impugnazione del solo imputato che, giudicato con il rito abbreviato per reato contravvenzionale, lamenti l’illegittima riduzione della pena ai sensi dell’art. 442 cod. proc. pen. nella misura di un terzo anziché della metà, deve applicare detta diminuente nella misura di legge, pur quando la pena irrogata dal giudice di primo grado non rispetti le previsioni edittali, e sia di favore per l’imputato.

TRATTAMENTI INUMANI- Nella valutazione dello spazio minimo di tre metri quadrati da assicurare ad ogni detenuto affinché lo Stato non incorra nella violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti, stabilito dall’art. 3 della CEDU, si deve avere riguardo alla superficie che assicura il normale movimento e, pertanto, vanno detratti gli arredi tendenzialmente fissi al suolo, tra cui rientrano i letti a castello; – i fattori compensativi costituiti dalla breve durata della detenzione, dalle dignitose condizioni carcerarie, dalla sufficiente libertà di movimento al di fuori della cella mediante lo svolgimento di adeguate attività, se ricorrono congiuntamente, possono permettere di superare la presunzione di violazione dell’art. 3 CEDU derivante dalla disponibilità nella cella collettiva di uno spazio minimo individuale inferiore a tre metri quadrati; nel caso di disponibilità di uno spazio individuale fra i tre e i quattro metri quadrati, i predetti fattori compensativi, unitamente ad altri di carattere negativo, concorrono nella valutazione unitaria delle condizioni di detenzione richiesta in relazione all’istanza presentata ai sensi dell’art. 35-ter ord. pen.

C. Cass. sez. Unite n. 6551:2021_

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Integra il reato di peculato la condotta del gestore o dell’esercente degli apparecchi da gioco leciti di cui all’art. 110, sesto e settimo comma, TULPS, che si impossessi dei proventi del gioco, anche per la parte destinata al pagamento del “PREU” (prelievo unico erariale), non versandoli al concessionario competente.

Cass. Sez. Unite 6087:2021_

Continua a leggereIntegra il reato di peculato la condotta del gestore o dell’esercente degli apparecchi da gioco leciti di cui all’art. 110, sesto e settimo comma, TULPS, che si impossessi dei proventi del gioco, anche per la parte destinata al pagamento del “PREU” (prelievo unico erariale), non versandoli al concessionario competente.

La sospensione della prescrizione di cui all’art. 83, comma 3-bis, d.l. 17 marzo del 2020, n. 18, convertito dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, opera esclusivamente con riferimento ai procedimenti pendenti dinanzi alla Corte di cassazione e che siano pervenuti alla cancelleria della stessa nel periodo dal 9 marzo al 30 giugno 2020.

Cass. Sez. Un. n. 5292:2021

Continua a leggereLa sospensione della prescrizione di cui all’art. 83, comma 3-bis, d.l. 17 marzo del 2020, n. 18, convertito dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, opera esclusivamente con riferimento ai procedimenti pendenti dinanzi alla Corte di cassazione e che siano pervenuti alla cancelleria della stessa nel periodo dal 9 marzo al 30 giugno 2020.

In ipotesi di lottizzazione abusiva di carattere esclusivamente negoziale, ai fini della valutazione della conformità della confisca dei terreni al principio di protezione della proprietà di cui all’art. 1 del Prot. n. 1 CEDU, come interpretato dalla pronuncia della Grande Camera della Corte EDU del 28 giugno 2018, G.I.E.M. S.r.l. contro Italia, il giudice deve valutare, alla luce degli interventi eventualmente adottati dall’interessato e da questi specificamente provati, la proporzionalità di tale misura ablatoria, accertando se la stessa sia l’unica misura adeguata a ripristinare la conformità urbanistica dell’area interessata.

Cass.Pen. Sez. III n.3727:2021

Continua a leggereIn ipotesi di lottizzazione abusiva di carattere esclusivamente negoziale, ai fini della valutazione della conformità della confisca dei terreni al principio di protezione della proprietà di cui all’art. 1 del Prot. n. 1 CEDU, come interpretato dalla pronuncia della Grande Camera della Corte EDU del 28 giugno 2018, G.I.E.M. S.r.l. contro Italia, il giudice deve valutare, alla luce degli interventi eventualmente adottati dall’interessato e da questi specificamente provati, la proporzionalità di tale misura ablatoria, accertando se la stessa sia l’unica misura adeguata a ripristinare la conformità urbanistica dell’area interessata.

PRONUNCIA DELLE SEZIONI UNITE- In caso di annullamento ai soli effetti civili della sentenza di condanna, pronunciata in appello senza previa rinnovazione della prova dichiarativa decisiva, a seguito di gravame della sola parte civile contro la sentenza di assoluzione di primo grado, il rinvio deve essere disposto al giudice civile competente per valore in grado di appello .

DOC

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L’espianto di ovociti dall’utero di una donna, realizzato in ambiente clinico contro la sua volontà, da personale medico, configura il delitto di rapina, in quanto gli ovociti possono essere considerati “cose mobili” nel momento in cui vengono distaccati dal corpo umano e da tale momento sono pienamente detenuti dalla donna, attesa la possibilità della stessa sia di utilizzarli che di donarli a coppie con problemi di sterilità, sicché gli stessi sono passibili di sottrazione e impossessamento.

 Cass. Pen. Sez. II n.37818:2020

Continua a leggereL’espianto di ovociti dall’utero di una donna, realizzato in ambiente clinico contro la sua volontà, da personale medico, configura il delitto di rapina, in quanto gli ovociti possono essere considerati “cose mobili” nel momento in cui vengono distaccati dal corpo umano e da tale momento sono pienamente detenuti dalla donna, attesa la possibilità della stessa sia di utilizzarli che di donarli a coppie con problemi di sterilità, sicché gli stessi sono passibili di sottrazione e impossessamento.