La ex Cirielli

Al peggio non c’è mai fine. Da qualche tempo a questa parte assistiamo, impotenti, a tentativi maldestri di restaurazione dell’ordinamento giudiziario che puzzano di diritti negati, di palesi ingiustizie, di malgoverno del diritto.

Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del guardasigilli Mastella, relativo alla riforma dell’ordinamento giudiziario è l’ennesimo campanello d’allarme che suona per avvertirci che si sta inaugurando una stagione della restaurazione o peggio ancora dell’oscurantismo.

La separazione delle carriere, ormai vero e proprio tabù per la magistratura italiana, è diventata una vera e propria chimera per chi combatte per “una effettiva terzietà del giudice e una effettiva parità tra accusa e difesa” per come tra l’altro è scritto (o era scritto) nel programma dell’Unione.

Ma ciò che ancor più sconvolge è l’annuncio del guardasigilli di un nuovo disegno di legge tendente a modificare la già sciagurata legge “ex Cirielli”.

Per rendere il processo penale più veloce si pensa a ridurre se non ad abolire le garanzie difensive, protette fino ad oggi dalle norme costituzionali.

Sin dall’approvazione della norma costituzionale, che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio della “ragionevole durata” del processo, ho avvertito il timore che qualche mente eccelsa avrebbe pensato di concretizzare il principio attraverso processi “sommari”.

Non posso che rivolgere un invito ai parlamentari nisseni, se ne hanno voglia, di schierarsi per la tutela dei diritti costituzionali, per una difesa di una “giustizia giusta” non piegata ai “desiderata” delle varie correnti della magistratura e a non deporre l’ascia di guerra se mai essa è stata alzata.

Certo avrei preferito che lo scontro televisivo tra Santoro e il Ministro Mastella fosse avvenuto sul tema della giustizia piuttosto che sui “Dico” ma questo, è ovvio, non potrà mai accadere perché su ciò, per ragioni diverse, i due contendenti si trovano d’accordo.

                   Avv. Giuseppe DACQUI’

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