E adesso sette boss ergastolani puntano alla revisione del processo – Giornale di Sicilia 29.10.2010

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:NA
  • Commenti dell'articolo:0 commenti

dac

 

Era stata ventilata, era una ipotesi ora è divenuta una possibilità, quasi una certezza: vi potrebbe essere la revisione dei processi per alcuni condannati per la strage di via D’Amelio. Gaspare Spatuzza ha riempito verbali, disegnando scenari

che«sconvolgono» la verità processuale accertata in anni di dibattimenti definitivi e aprendo la strada a un’istanza di revisione che potrebbe essere avanzata dai pubblici ministeri e dai difensori di sette persone che, grazie alle false dichiarazioni di Scarantino, scontano condanne definitive all’ergastolo.

Il procuratore Sergio Lari conferma che «sei, sette posizioni sono critiche, ma riguardano solamente la fase esecutiva della strage di via D’Amelio». Sulla possibilità che la sua Procura chieda la revisione si limita a dire: «Noi vogliamo che si accerti la verità, non anticipiamo nulla per carità». Ma i difensori degli imputati condannati per la strage di via D’Amelio si stanno già muovendo. Una procura speciale per la revisione del loro processo è stata già inviata all’avvocato Giuseppe Dacquì da Natale Gambino e Carlo Greco, entrambi stanno scontando l’ergastolo per l’eccidio del 19 luglio del 1992. Natale Gambino venne condannato

in appello, mentre nel primo processo era stato assolto. Ma altri imputati sono pronti a seguire l’esempio di Gambino e Greco e tra questi anche Pippo Calò.

«Le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, che conosciamo solo attraverso i giornali – dice l’avvocato Giuseppe Dacquì – sono soltanto l’ultimo motivo per la richiesta di revisione del processo. Una richiesta di revisione per contrasto fra giudicati era già in preparazione. Le sentenze sulla strage di via D’Amelio non sono sovrapponibili e sono inconciliabili ed è già una prima possibilità di revisione, anche se con i dovuti limiti». Ma una seconda possibilità di revisione del processo giunge dalle parole di Giovanni Brusca. L’ex boss di San Giuseppe Jato, in un processo che si è celebrato a Firenze ha sostenuto che «per la strage di via D’Amelio in carcere vi sono degli innocenti». Infine, la più concreta, la terza possibilità di revisione, che arriva con la ritrattazione di Vincenzo Scarantino (colui il quale fu perno importantissimo dell’accusa, soprattutto nel processo «bis» sulla strage) determinata dall’indice puntato di Gaspare Spatuzza, che con le sue rivelazioni, credibili per quattro Procure, ma non ammesso al programma di protezione dalla Commissione del Viminale, hanno permesso ai magistrati nisseni di disegnare un nuovo scenario della strage. «Non c’era bisogno di Spatuzza – afferma l’avvocato Dacquì – per dire chi era estraneo alla strage. Già prima di Spatuzza era chiaro chi era estraneo. Giovanni Brusca, Salvatore Cancemi, Santino Di Matteo e Gioacchino La Barbera sono quattro pentiti ritenuti attendibili in decine e decine di processi. Ritenuti attendibili anche nel processo per la strage di via D’Amelio, ma quando tutti e quattro hanno affermato che Vincenzo Scarantino non diceva la verità non sono stati ritenuti credibili. Ora, a distanza di anni, la verità sembra emergere».

Una revisione dei processi quindi che si avvicina, ma sarà la Procura Generale di Catania o quella di Messina a decidere in merito. Una revisione che riguarda solo alcuni degli imputati (il procuratore Lari ha parlato di sei, sette, posizioni) e che interessa la fase esecutiva della strage. Una revisione dei processi determinata dalla nuova indagine della Procura nissena. Una nuova indagine che si avvierebbe alla conclusione (entro l’anno, ha detto Sergio Lari) e che genera, forse, una «contraddizione»: più si avvicina la conclusione dell’indagine e più si avvicina

la revisione del processo. Ma come afferma il procuratore Lari «l’aspettativa è quella di accertare la verità». (*GM*)

Lascia un commento